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Scatti Riservati Cap.07 - Lo specchietto


di blueyes5
25.06.2025    |    607    |    2 9.0
"Elisabeth li accoglie in camicia di seta aperta sul davanti, seni nudi, pantaloni beige leggeri..."
Sul ponte secondario dello yacht, in un angolo ombreggiato e protetto dal vento, Maddie sorseggia lentamente un caffè ghiacciato. La diplomatica tedesca è seduta accanto a lei. Indossa un caftano bianco trasparente sopra un costume intero grigio perla, i capelli biondi raccolti in una treccia, le gambe accavallate con disinvoltura. Parlano da mezz’ora. Prima dei drink, poi dei posti preferiti al mare, infine di uomini.
«Con Sante è... come dire... comodo. Conosce i confini della diplomazia. Ma sa anche dove forzarli.»
La voce della donna è profonda, leggermente roca, ma precisa, allenata al controllo. Maddie la osserva con uno sguardo a metà tra il divertito e il calcolatore.
«E tu Martha, glieli lasci forzare?»
La diplomatica ride. «Solo quando mi serve qualcosa.»
«Funziona sempre così con gli uomini potenti?»
«Con quelli potenti... e con quelli che si credono tali.»
Maddie si avvicina di qualche centimetro. La gamba sfiora la sua. Le dita accarezzano il bordo del bicchiere.
«E a letto? Ti piacciono ancora i confini o ti piace saltarli?»
La tedesca si prende una pausa. La guarda. Poi sorride.
«Mi piacciono le donne intelligenti. E belle. Tu sei entrambe le cose.»
Un silenzio. Poi le labbra si sfiorano. Un bacio lento, misurato, poi un secondo, più profondo. Le mani si cercano.
«Perché non continuiamo questa conversazione in un luogo più... protetto?» sussurra la donna.
Maddie sorride. «La mia cabina è perfetta. Ma ho una condizione.»
«Dimmi.»
«Voglio un ricordo. Markus Roggia scatterà qualche foto. Solo per noi. Solo se ti va.»
La tedesca resta in silenzio per un secondo. Poi annuisce. «Se sarà discreto... mi eccita l’idea.»
Maddie invia un messaggio a Marco.

Nella cabina la luce entra obliqua dalla finestra. Maddie è seduta sul letto, la diplomatica in piedi davanti a lei, il caftano già a terra. Il costume scivola lento lungo le cosce. Nuda. Alta, tonica, seni sodi e naturali, fianchi larghi, il monte di Venere rasato con precisione.
Maddie si alza, si avvicina, le toglie gli occhiali da sole. Le accarezza il viso, poi il collo. Un bacio lento, umido. Le mani esplorano, scivolano lungo la schiena, sul sedere. Le lingue si incontrano.
Markus entra in silenzio. Reflex pronta, obiettivo montato. Non dice nulla. Si muove come un fantasma, cattura la luce, i corpi, la tensione.
Martha si inginocchia davanti a Maddie. Le sfila il vestito, le bacia le cosce. Poi infila la lingua tra le sue gambe. Maddie geme piano, la tiene per i capelli, la guida.
Markus scatta.
Poi Maddie si siede sul bordo del letto, la tedesca si inginocchia sopra di lei, le due si baciano profondamente, si leccano i seni, si mordono. Si accarezzano, si aprono, si penetrano con le dita. La stanza è satura di desiderio e sudore. Maddie geme forte, viene con un grido. Poi cambia posizione. Fa sdraiare la donna, le apre le gambe, la lecca con maestria, lentamente, poi sempre più veloce.
Markus scatta ogni dettaglio: la bocca di Maddie affondata nella figa della donna, le mani che si stringono, gli occhi che si chiudono.
La tedesca si tende. Urla. Viene forte.
Silenzio.
Poi si sdraiano una accanto all’altra. Markus posa la reflex. Le due donne si coprono con un telo sottile. Si guardano, sorridono.

Decidono di pranzare assieme in cabina, una cameriera porta un vassoio con insalate di mare, frutta fresca, prosecco. Markus siede a capo tavola. Le due donne, nude sotto un pareo, si guardano con complicità.
«È stato... intenso» dice la diplomatica.
«E bellissimo» risponde Maddie.


– Appartamento segreto, Forte dei Marmi, sei giorni prima-

Gerini è in piedi davanti alla lavagna magnetica. Alle sue spalle, un diagramma di flussi, nomi, frecce e punti interrogativi. Marco e Maddie sono seduti, attenti. Lui ha un blocco note in mano, lei una penna tra le labbra.

«Parliamo di depistaggio,» dice Gerini. «Uno strumento sottovalutato. Non consiste nel mentire. Il mentitore viene scoperto. Il maestro del depistaggio dice la verità... o almeno una parte.»
Maddie si sporge. «Tipo?»
«Tipo far credere a qualcuno che lavori per qualcun altro. Che sei lì per un altro motivo. Che stai nascondendo qualcosa... quando in realtà stai mostrando solo quello che serve per confonderli.»
Si avvicina a Marco.
«Tu potresti dire a un obbiettivo: “Non mi fido di Martini, ma non sono sicuro di chi sia peggio... quelli per cui lavoro o quelli che vogliono incastrarlo.”»
Marco aggrotta la fronte. «Ma così sembra che io stia lavorando per qualcun altro...»
«Appunto» Gerini sorride. «Sarà lui a riempire il vuoto. A costruirsi la sua versione. A cercare di incastrarti nel puzzle sbagliato. E mentre lo fa… tu gli porti via le informazioni vere.»
Maddie si tocca il mento. «Quindi un doppio gioco. Ma suggerito.»
«Esatto. Lo chiamiamo specchietto: una mezza verità ben costruita che genera un’intera convinzione sbagliata. Un’illusione guidata. Dovete imparare a usarlo in fretta. Là fuori non sarete i più esperti. Ma potete essere i più furbi.»
Marco prende appunti, poi lo guarda negli occhi. «Siamo pronti?»

Gerini lo fissa. Poi sorride, quasi compiaciuto. Si volta verso lo psicologo presente in sala.


-Oggi, cabina di Markus e MadSex-

Markus osserva. Poi si schiarisce la voce. «Posso dire una cosa?»
Martha lo fissa. «Certo.»
«Vi ho osservate entrambe. E ho pensato che sembravi... stanca. Ma non fisicamente. Una stanchezza più profonda.»
La donna lo osserva in silenzio. Maddie trattiene il fiato. Poi la tedesca parla.
«Sono mesi che gioco su troppi tavoli. Parigi. Bruxelles. Berlino. Ogni paese vuole qualcosa. Martini offre molto. Troppo. E io...inizio a sentire il peso di questa vita.»
«La vita da diplomatica o quella parallela? Mi sembra che su questa imbarcazione nessuno sia venuto veramente a fare vacanza, ognuno ha un compito, ognuno i suoi segreti, Martini dall’alto tira i suoi fili e ci sposta di qua e di la a suo piacimento»
«Da come parli sembra che tu e lei non siate delle semplici figurine che Sante vuole dare in pasto agli ospiti?» Dice sospettosa la tedesca. «So che ieri siete stati gli unici a raggiungerlo nella sua villa...vi ha incaricato di sorvegliarmi?!» aggiunge tra il serio e il divertito.
Maddie capisce il gioco di Markus «Come ti ha detto...ognuno ha i suoi segreti...ma diciamo che non sei tu il nostro obbiettivo»
«Giovani, belli e insospettabili...immagino che non mi direte se lavorate effettivamente per lui o qualcun altro»
Il suo sguardo passa da uno all’altra studiandoli, cala un silenzio pesante.

Markus sorride poi si sporge. «Eppure mi sembrate ottimi collaboratori...non ti fidi di lui?»
«No. Ma mi serve. Come io servo a lui.»
«Serve anche ad altri?» chiede il ragazzo.
La donna esita. Poi prende un sorso di vino.
«Ti dice niente il nome Keller?»
Maddie sgrana gli occhi. Markus annuisce. È sulla lista.
E Zorban?» aggiunge la donna.
Altro nome. Anche lui presente nel PDF.
«Martini traffica con informazioni sensibili. Ha uomini ovunque. E donne. Come me. Ma a volte... la lealtà si vende al miglior offerente. Io ho scelto da che parte stare. Per ora.»
La donna fissa Markus «Comunque non credo che lavoriate per lui...ti ho visto parlare in modo confidenziale con Rade...sei troppo giovane per averlo conosciuto qui ed esserci già in confidenza...dico bene?»
Il fotografo la guarda. «Il tuo ragionamento non fa una piega, ma chissà...posso fidarmi di te?»
La diplomatica sorride. «No. Ma puoi fidarti del mio piacere. E della mia voglia di vedere Martini farsi male.» Così dicendo si abbassa verso un capezzolo di Maddie rimasto scoperto, le tira un morso leggero e poi un colpo di lingua, la ragazza sussulta.
Si alzano. Si baciano. Si vestono.
Markus infila la memory card in una custodia imbottita. Due nomi, due confessioni. Un passo avanti.
Il gioco è sempre più profondo.
Ma Markus e Maddie questa volta si sono esposti molto...ormai sono dentro fino al collo.

Il sole del pomeriggio filtra attraverso le tende leggere della cabina, disegnando onde tremolanti sul pavimento lucido. Marco siede al tavolo con il laptop aperto davanti, le dita che scorrono lente sul trackpad mentre Maddie, in bikini e pareo trasparente, si appoggia con i gomiti al piano, lo sguardo concentrato sullo schermo.
«Quindi questa è Keller» mormora lei. «Lobbista elvetica, passaporto diplomatico, partecipazioni in tre fondi d’investimento legati al commercio energetico. Amica di Martini, ma anche di chi sta al tavolo opposto.»
Marco annuisce. «E, secondo, Martini ha un debole per le donne che non possono essere comprate. O almeno così sembra. Lei lo tiene in pugno… ma non sappiamo ancora con cosa.»
«Potere, relazioni. Forse documenti compromettenti. Forse solo il suo sangue freddo.» Maddie piega la testa. «Non è tipo da scopate estive. Se ci invita, lo fa per metterci alla prova.»
«E se non lo fa?»
Lei sorride appena. «Allora ce la facciamo invitare.»
Il silenzio che segue è denso. Le dita di Maddie tamburellano sul vetro del bicchiere, poi scivolano sul bordo con un gesto distratto. Marco la osserva, un lampo di desiderio che attraversa la tensione. Ma non è il momento.

Alle quindici in punto, escono sul ponte. Maddie ha scelto un abito bianco corto, senza spalline, perfetto per lasciar intuire ma non mostrare. Sandali bassi, niente trucco. Solo lei, l’aria calda del Mediterraneo e un obiettivo chiaro.
Keller è seduta in un angolo ombreggiato del ponte superiore, un libro tra le mani e un calice di vino rosé accanto. Occhiali da sole squadrati, capelli raccolti. Sembra sola. Sembra irraggiungibile.
Ma non per Maddie.
«Posso disturbarti?» domanda, con quel tono che è un’arma educata.
Keller alza lo sguardo, un sopracciglio appena sollevato. «Dipende. Intendi farlo con intelligenza?»
Maddie sorride. «Con grazia, almeno.»
La svizzera chiude il libro. «Siediti. Ma niente chiacchiere vuote. Ho poco tempo e poca pazienza.»
Marco resta a distanza, dietro un telo parasole. Osserva, pronto a intervenire. Maddie sa gestire le donne difficili. Ma Keller è un’altra cosa: ha il controllo inscritto nel DNA.
La conversazione si muove sul terreno dell’arte e del potere. Maddie la provoca con toni leggeri, insinuando domande su Martini e sulla rete di contatti che lo circonda. Keller risponde il giusto, poi la interrompe.
«Ti piace giocare, vero?»
«Solo se c’è qualcosa da vincere.»
Keller si toglie gli occhiali. I suoi occhi sono grigi, imperscrutabili. «Vieni da me, tra mezz’ora. Cabina 12. Porta il fotografo.»
Maddie non chiede altro. Si limita ad annuire, poi si alza.

La cabina di Keller è ordinata, essenziale. Champagne nel secchiello, luci calde, un foulard nero appoggiato sul letto. Elisabeth li accoglie in camicia di seta aperta sul davanti, seni nudi, pantaloni beige leggeri.
«Mi avete incuriosita. Ma non bastano gli sguardi. Mostratemi cosa sapete fare.»
Maddie non esita. Si sfila l’abito con un gesto lento, lasciando che cada ai piedi. Sotto, solo la pelle nuda, lucida di sole. Marco inizia a scattare. Silenzioso. Concentrato.
Keller si avvicina a Maddie, le sfiora il mento con due dita. «Ti fidi di lui?»
«Con tutto il corpo.»
La svizzera la bacia, senza fretta. Un bacio esplorativo, poi più profondo. Maddie ricambia con passione controllata, mentre Marco documenta. Keller si volta verso di lui, gli porge il foulard.
«Bendala. E poi mostra a me quanto puoi essere creativo.»

Marco esegue. Le mani tremano appena mentre avvolge il tessuto sugli occhi di Maddie. Keller la guida sul letto, la stende con gesti sicuri, poi si gira verso il ragazzo.
«Fotografa tutto. Ma non intervenire. Voglio vedere il desiderio nei tuoi scatti.»
Quello che segue è un crescendo lento. Keller esplora Maddie con dita esperte, la fa fremere, la tiene sospesa a lungo, come se studiasse ogni risposta, ogni ansimo. Marco scatta, cerca gli angoli giusti, la luce sulla pelle, l’ombra tra le cosce.
Quando Maddie geme forte, Keller sorride. «Avete talento. Ma mi servono anche informazioni. Chi vi ha mandati davvero?»
Marco abbassa la macchina. Maddie, ancora bendata, sussurra: «Questa è un’altra posizione, Elisabeth. E qui comanda ancora lei.»
Un silenzio denso. Poi Keller ride, si alza e si riveste in pochi gesti.
«Ci rivedremo. Intanto… dite a Martini che ho ancora le chiavi del suo armadio. E che non ho perso il vizio di rovistare.»
Marco e Maddie escono dalla cabina senza parlare.
Fuori, il tramonto inizia a incendiare l’orizzonte.


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